Pagina curata: Amormino federica, Matraxia Cristina, Cairone Rosangela, Coniglio Martina, Barbasso Miriam.

introduzione

Numerosi i beni ambientali presenti nel territorio dei due comuni:

- Esiste ancora un antico sentiero che porta da Santa Lucia per finire in Contrada Caddeddi, primo rifugio, interrotto solo dalla strada, per poi continuare fino in cima a Monte Cammarata;

- Un’antica mulattiera, parte dal secondo rifugio passando per Contrada Ledera salendo fino alla “nivera del baglio”, che veniva utilizzato negli anni 50/60 per trasportare il ghiaccio per granite in tutti i paesi della provincia e porta alla "grotta del baglio";

- Una trazzera parte da Stretto di Vacca, dall'altezza dell'attuale piscina provinciale, si addentra nel bosco Sant'Onofrio, sede della chiesetta a lui intitolata, di fronte all'invisibile e omonima grotta e si arriva alla meravigliosa riserva del barone Coffari, dove si trovano i resti della villa dei Branciforti; qui si notano grandi mura perimetrali e abbondanti frammenti di ceramiche, sparsi nel fondo circostante. La trazzera attraversa un bosco formato in prevalenza da roverelle, querce e lecci, ed è ricco di fauna avicola e terrestre.

- Altro percorso parte da Serra Canale, attraversa il fianco nord-ovest della montagna, raggiunge la “zotta da vecchia”, un laghetto naturale nascosto da una folta vegetazione, che convoglia le acque sorgive del torrente Cacagliommaro.

- Un altro percorso  parte dal primo rifugio, uscendo nell'area attrezzata del Savochello, per raggiungere i tornanti in contrada Prussiano, ed ammirare la mitica fontana “luce di luna”, dal nome, sicuramente, risalente ad un antico culto pagano. Si dice, che la luna in certi periodi dell'anno, quando ha raggiunto una certa altezza, si specchia perfettamente nella fontana e nella storia questi episodi, ricorrevano in particolari fasi di allineamenti astronomici, creando triangolazioni misteriose, con insediamenti situati nei pressi.

 

Numerosi anche i beni archeologici:

- ZONA FILICI: necropoli romana

-ALTA MONTAGNA: pochissimi resti di chiese bizantine Sant'Elia e Santa Venera

- CONTRADA PRUSSIANO: resti sparsi di ceramiche risalenti a varie epoche

-CONTRADA MANCUSO: tombe nelle rocce

-CONTRADA GIARDINELLO: tombe nelle rocce e tracce di insediamenti rurali

-CONTRADA MELACO: tombe nelle rocce CONTRADA ROCCA BRUARO: grotte di San Matteo

-CONTRADA PUZZILLO: oltre alle grotte dell’Acqua Fitusa sono state rinvenute tracce di insediamenti paleolitici, mentre sulla Montagnola sono stati ritrovati resti di una cittadella.

-VALLE DEL TUMARRANO: insediamenti al Casalicchio di epoca preistorica e romana.

- CONTRADA BUFFA: tombe e resti di fontane di epoca romane

-CONTRADA MONTAGNOLA DI PASQUALE: resti di antiche abitazioni di chiese romane bizantine

-CONTRADA CASABEDDA: insediamento rurale di epoca ellenistico romana

-CONTRADA LA FITUSA: resti di antichi casali e necropoli nelle rocce

-CONTRADA MONTONI PERCIATA: tombe paleolitiche nelle rocce

-CONTRADA SPARACIA: tombe del paleolitico

-CONTRADA COZZO SUGHERO: tombe preistoriche e romane

-CONTRADA SAN MICHELE: resti di insediamenti di probabile origine punica.

-CONTRADA FOSSI: cavità naturali nella storia utilizzate come sepolcri.


il monte cammarata

Il Monte Cammarata, quasi 1600 metri di altezza, rappresenta un anello importante del sistema montuoso dei Sicani. Dalla sua cima il panorama abbraccia a 360 gradi la Sicilia, mentre due aree attrezzate all’interno dei pregevoli boschi costituiscono luogo ideale per ristorarsi dopo una visita.

 Il rilievo, composto essenzialmente da rocce calcaree, il cui colore dei marmi varia dal bianco crema cinerino al grigio avorio azzurrognolo, sulla parte sommitale ospita oltre 150 specie erbacee di cui diverse rappresentano rari endemismi. L’intera catena rocciosa, modellata nel tempo da lente e costanti erosioni dando forma a picchi, gole e pareti a strapiombo, offre spettacoli di rarissimo fascino.

Il monte era inserito nella Riserva naturale orientata Monte Cammarata una riserva naturale regionale della Sicilia, istituita nel 2000.

La riserva nel 2012 è stata soppressa e inglobata nel parco dei Monti Sicani.

FLORA: La vegetazione naturale è rappresentata da lembi di querceti (Quercus ilexQuercus pubescens) e macchia mediterranea, mentre lungo i valloni e nelle aree più fresche e riparate resistono ancora piccoli gruppi di carpino nero (Ostrya carpinifolia), olmo comune (Ulmus minor), pioppo nero (Populus nigra) e salici (Salix sp.pl.). Alle pendici del Monte Cammarata è presente ciò che resta di un antico querceto con esemplari di leccio (Quercus ilex) e roverella (Quercus pubescens), misti a carrubbo (Ceratonia siliqua) ed altre specie da rimboschimento quali cedri (Cedrus sp.), cipressi (Cupressus sempervirens), pini (Pinus sp.) e aceri (Acer sp.). Sulle parti sommitali dominano le euforbie (Euphorbia rigida) e il sorbo meridionale (Sorbus graeca). Sono presenti inoltre numerosi specie endemiche come il dente di leone siciliano (Leontodon siculus), la sesleria dei macereti (Sesleria nitida), il senecio siciliano (Senecio siculus), la bivonea gialla (Bivonaea lutea) e la camomilla delle Madonie (Anthemis cupaniana).

FAUNA:  Le pareti scoscese ospitano comunità avifaunistiche altamente diversificate, in cui sono ben rappresentate specie di falconiformi, alcune specie di piccole passeriformi di macchia, mammiferi quali conigli selvatici e lepri, volpi, donnole, ricci, istrici e diverse specie di micro mammiferi. Molto ricca l'avifauna rappresentata da specie sia stanziali che migratorie, tra cui si possono citare il regolo (Regulus regulus), la beccaccia (Scolopax rusticola), la capinera (Sylvia atricapilla), il merlo (Turdus merula), il rampichino (Certhia brachydactyla), lo scricciolo (Troglodytes troglodytes), la cinciallegra (Parus major), il pettirosso (Erithacus rubecola) e il luì piccolo (Phylloscopus collybita). Sono presenti anche numerose specie di uccelli rapaci sia diurni, come il gheppio (Falco tinnunculus) e la poiana (Buteo buteo), che notturni, come l'assiolo (Otus scops), la civetta (Athene noctua), l'allocco (Strix aluco) ed il barbagianni (Tyto alba). Da segnalare infine la presenza del picchio rosso maggiore (Picoides major) e della coturnice sicula (Alectoris graeca whitakeri), due specie a rischio di estinzione.

 


LA GROTTA DEL BAGLIO

Per giungervi bisogna partire dal secondo rifugio, e percorrere l’antica mulattiera utilizzata per trasportare i blocchi di ghiaccio, provenienti dalla “nivera”, che riforniva di ghiaccio i paesi della provincia. Lungo la salita il paesaggio è mozzafiato, mostra le valli profonde che circondano “i Gemelli” dai paesi lontani, alle cime dell’Etna, alle Madonie, alle coste Trapanesi ecc. Il paesaggio è ricco di odori, origano, timo, valeriana, ed ricco di tracce di animali lepri, volpi e cinghiali che abitano le zone. Salendo per questo percorso ci si imbatte in una grande conca, un anfiteatro naturale che si apre sotto una rupe, è quel che resta della Nivera del Barone, di cui parla Leonardo Sciascia in una delle sue opere; al di sopra si trovano i resti di una costruzione rettangolare, di primo uso ignoto, ma nella storia recente utilizzata, come ricovero, da pastori. Verso sud ovest si notano spaccature nelle pareti rocciose. 

Attraversando un piccolo canyon si arriva alla “Grotta del baglio”, il cui ingresso è inaccessibile perché ostruito da un grosso macigno, che nasconde un altro cunicolo orientato ad est. Sia la leggenda che la storia parlano della Grotta del Baglio: il Tirrito, il Caruso, il Cascini ed il Fazzello. Si narra che su monte Cammarata, a poche centinaia di metri dalla cima, c’è una grotta che si incunea dentro la montagna, e passando sotto il paese, arriva alla base del colle Tribico o Tribisco o Puzzillo, uscendo all’Acqua Fitusa, probabilmente collegandosi alle altre grotte di questo sito, dove sono state rinvenute tracce di insediamenti paleolitici, e resti di una cittadella nei pressi della collina. Ma fino ad oggi non risultano esplorazioni ufficiali. Dalle notizie raccolte si sa che la grotta ha un ingresso inclinato verso il basso, ed attraverso un cunicolo arriva ad una camera di forma quadrata, nelle cui pareti si trova inciso il segno degli antichi cristiani. 


LE GROTTE DELL'ACQUA FITUSA

La sorgente di ''Acqua Fitusa'' si trova ad otto Km dal centro di San Giovanni Gemini, a destra del vecchio tracciato della statale 189 Pa-Ag, in una zona facilmente accessibile sia dallo svincolo per Cammarata, sia dal vicino scalo ferroviario Cammarata-San Giovanni Gemini, lungo la linea Agrigento Palermo. 

Le sorgenti emergono a ridosso di un costone roccioso che si affaccia prevalentemente ad Est, nella contrada San Crispino, a Nord della più nota contrada Puzzillo. 

Le grotte di ''Acqua Fitusa'' rivestono particolare interesse per la loro formazione geologica, nonché per la loro importanza storica. 

Esse ricadono su un territorio un tempo appartenente al Sac. Giuseppe Longo, il quale verso la fine dell'800 vi costruì un edificio probabilmente destinato alle cure termali, ormai da tempo abbandonato. 

Le acque si trovano all'interno di grotte che si fanno risalire all'età della pietra e dove sono state trovate tracce di vita umana. 

Le grotte, particolarmente quelle di Contrada Puzzillo, non sono mai state adeguatamente esplorate, ma molti reperti litici e i manufatti rinvenuti consentono di affermare che esse furono abitate in periodo epipaleolitico. 

Nel corso di qualche esplorazione sono stati pure rinvenuti cocci di materia fittile, di ceramica liscia e dipinta. 

La grotta è costituita da un piccolo androne profondo pochi metri con un'apertura nella parte terminale che immette nella grotta vera e propria. 

Superata questa apertura, ci si trova all'interno di una gigantesca cupola. Le dimensioni della grotta sono impressionanti: alta almeno 20 m, essa ha un diametro di circa 50 m. 

Bellissime sono le formazioni tipiche di questi luoghi, stalattiti e stalagmiti che ricoprono la volta e il suolo della grotta che assumono varie colorazioni (bianco, rosa e nero). 

Le acque delle sorgenti, classificabili come minerali, ipotermali, sulfuree-salsobromo-iodiche-alcaline, hanno particolari proprietà terapeutiche nella cura di molte malattie della pelle.