Pagina curata da: Fisci Teresa, Russotto Angelo, La Greca Cristina, La Greca Francesca, Lilliu Elena.

Il nome Cammarata deriva probabilmente dal greco bizantino Kàmara e significa "stanza a volta"o “grotta”derivante dalla grotta dell’”acqua fitusa” che si trova in territorio di San Giovanni Gemini, sulla vecchia strada provinciale per Agrigento, a circa due chilometri dalla stazione ferroviaria Cammarata-San Giovanni Gemini. Essa è posta nella parte est del colle puzzillo, detto anticamente Tibrisco, con ingresso alto e a picco a circa cinque metri dal suolo.

I primi documenti storici su Cammarata risalgono al periodo normanno quando il suo territorio venne concesso dal conte Ruggero D’Altavilla alla sua consanguinea Lucia.

Si sa per certo che in periodo arabo, verso il nono secolo, dovette formarsi il quartiere di Gianguarna, perché nel luogo dove oggi sorge la chiesa di S. Giacomo un tempo si trovava un’antica moschea araba. Diroccatesi le case e la chiesa per le continue frane cui è soggetta la zona gli abitanti dovettero costruire in luogo più sicuro e stabile identificato con quello dove sorge la chiesa dell’Annunziata con il convento attiguo.

Forse all’inizio della dominazione normanna un altro quartiere si sviluppò sotto il castello.  Nel corso del Duecento, tra gli antichi quartieri della piazza e della Gianguarna, sorse un gruppo di case che si incrementò dove, nei primi anni del Trecento, pensiamo, dovette essere costruita la matrice.

Siamo propensi a credere che il nucleo primitivo del paese sia sorto quindi attorno la piazza anche se esisteva un casale più antico e fortificato che doveva trovarsi più a monte. Nel corso del Trecento l’abitato di Cammarata si sviluppò molto soprattutto dall’aspetto architettonico delle abitazioni, vi fu l’istituzione di un ospedale e vi fu la costruzione delle chiese di San Domenico e Santa Domenica.

La contea di Cammarata seguì le vicissitudini storiche della Sicilia, passando dai Normanni agli Svevi e con Federico II diventò per breve tempo città demaniale. Passato il periodo di grande incertezza dovuto alla guerra del Vespro, nel 1397 in seguito alla ribellione del conte di Cammarata a Martino il Giovane, che nel frattempo era diventato re di Sicilia, Cammarata subì l'assedio da parte di Bernardo Cabrera, braccio destro del Re.

Cammarata fu possesso e residenza di diverse famiglie nobili fra le quali quelle di Vinciguerra d'Aragona nel 1369, dei Moncada e dei Branciforte. Cammarata visse un periodo florido e di pace nel XV secolo, sotto gli Abatellis che, grazie alla loro origine di mercanti, sfruttarono al meglio le risorse del territorio, soprattutto l'estrazione del salgemma. Il castello, il cui aspetto si può fare risalire all'architettura aragonese, venne abitato stabilmente dai signori di Cammarata fino al XVII secolo.

Alla fine del Quattrocento, invece, Cammarata, a causa della massiccia immigrazione di nuovi abitanti, aveva superato un numero di 7.000 abitanti.

Cammarata nel 1500 e nel 1600 vide il suo territorio estendersi a sud-ovest e a sud del castello. Inoltre, Cammarata era divisa in vari quartieri: Gianguarna, San Vito, della Matrice , della piazza ( con annesso la zone Scalilla), del castello e infine il quartiere dell’Imbastia che rappresentava la parte più alta del paese e vi si accedeva attraverso la Porta Guagliarda.  Successivamente però la peste del 1523-1524, 1575-1576 e 1625-1626, che aveva provocato numerosissimi morti, e la nascita dei comuni limitrofi di S. Giovanni e Casteltermini, avevano prima ridotto l’incremento della popolazione e poi fatto diminuire il numero degli abitanti. Ciò è confermato dai dati statistici relativi alla popolazione esistente in Cammarata prima del sorgere dei nuovi comuni e dopo la loro nascita. Infatti, gli abitanti di Cammarata, che alla metà del secolo XVI erano 8.092, intorno al 1650 erano passati a 8.704 e nel 1713, a causa di una sensibile diminuzione, a 7.645.

Poi cominciò la decadenza, fino alla fine del feudalesimo in Sicilia nel 1812. Nel settore artistico monumentale Cammarata conserva nella Chiesa Madre una splendida statua della Madonna della Catena e un dipinto opera di Pietro D'Asaro, mentre nella chiesa dell'Annunziata eretta nel XIV secolo si trova una mirabile Croce d'oro opera di uno sconosciuto intagliatore siciliano del XVI secolo.